Il mio è un disperato grido d'aiuto, che mi auguro i validissimi admin di questo forum vogliano cogliere, perché ne ho bisogno.
Da circa vent'anni assumo antidepressivi, alternando l'escitalopram al prozac, recentemente ho assunto anche lo zoloft e nel tempo li ho provati più o meno tutti, tornando sempre ai primi due. Sono finita nel buco nero della psichiatria perché le mie condizioni economiche non mi hanno mai concesso di accedere a una psicoterapia, impossibile con il ssn, a meno che non si sia infanti o non si appartenga a determinate categorie. Tutt'ora è così.
Ho sempre incontrato medici pessimi. Non interessati ad ascoltarmi, a seguirmi, a guarirmi, ma solo a sedarmi. Anche se non ero agitata. Dopo tutti questi anni e decine e decine di psichiatri visti il tempo di un paio di volte a seguito delle quali stavo peggio di prima, quest'estate mi diagnosticano un dbp e cado dalle nuvole. Mi documento, la sintomatologia corrisponde, effettivamente, a gran parte delle mie dinamiche, al mio sentire la vita, al mio relazionarmi col mondo. Non tutto, ma in buona parte sì. Soprattutto passato, molte cose, ora, le controllo o le ho superate. Mi viene prescritto un farmaco, l'abilify, a dosaggio minimo, e l'effetto è tremendo. Non sono più io, non ho più reazioni, smetto di essere creativa, non reagisco, la mia memoria si azzera, è come se fossi invecchiata di colpo di quarant'anni. Vedo un nuovo medico, sempre dell'asl, 5 minuti a visita, l'abilify non ha nessuna colpa, ci vuole un nuovo farmaco, la quetiapina. Mi fa dormire tutto il giorno e tutta la notte. Insiste perché continui a prenderlo, ma lo interrompo, allora prescrive gabapentin, che mi induce una fame spropositata e io sto seguendo un regime alimentare ipocalorico per la riduzione del peso, le due cose non vanno d'accordo, in più non voglio prendere tutti questi farmaci. Mi dice che sono incurabile e smette di seguirmi. Decido, allora, di continuare ad assumere solo l'antidepressivo e inizio a scalare l'abilify, gli altri li ho presi per pochissimo tempo. Credevo di averlo scalato bene, l'abilify, ma evidentemente non è stato così e succede questo. A febbraio - marzo di quest'anno, ho una crisi/depressione gravissima, che affronto totalmente da sola. Oltre alla consueta impossibilità di dormire dalla domenica al giovedì, per l'ansia pre lavorativa (ora sono a casa dal lavoro), il fine settimana stavo ancora peggio, stare sola, la mia condizione naturale, mi era opprimente in senso fisico, avevo dolori al petto palpabili, ho ricominciato a cercare persone del passato, ripiombando in incubi ormai superati etc. Sono stata davvero male, ed è durata oltre due mesi.
Da poco, ho lasciato di nuovo l'escitalopram per il prozac perché ho letto che quest'ultimo controlla meglio le sudorazioni, problema che mi attanaglia a causa di una menopausa precoce, invece sono stata assalita dalla fame nervosa, effetto collaterale che il prozac mi aveva già indotto in passato malgrado dovrebbe avere un effetto anoressizzante. A me fa venire una fame da morire. Oggi ho ripreso l'escitalopram. Sono confusa, e sola. Chi scrive qua mi pare persona di buon senso e di ottime conoscenze. Considerando che non posso permettermi una psicoterapia, ma magari un buon libro e ho a casa il rivotril, cosa potrei fare, visto che l'ansia è una componente non indifferente nella mia vita, per stare meglio? Mi aiutate? Potete stabile un piano terapeutico per me?