Depressione, ansia e insonnia
Inviato: mar giu 02, 2020 5:30 pm
Salve,
Sono una donna di 59 anni e vorrei riassumere la mia situazione per avere un parere, perché sento di brancolare nel buio.
Mi sono avvicinata agli psicofarmaci ormai circa cinque anni fa, quando ho iniziato ad avvertire vertigini, esaurimento, ansia e relative somatizzazioni.
La cura prescritta dallo psichiatra prevedeva Frontal gocce e Levobren gocce, entrambi 10 gocce tre volte al giorno. Qualche mese dopo, sfociando nella depressione, ho associato a questa terapia il Sereupin e ho continuato così per oltre un anno. Mi sentivo meglio, nessun effetto collaterale apprezzabile. Così ho lentamente ridotto e sospeso tutti i farmaci. Periodicamente, però, l'ansia tornava a fare capolino e ricominciavo con Frontal e Levobren (senza quest'ultimo insorgevano nausea e vomito).
Tuttavia, ogni altro tentativo di associare un antidepressivo a questa terapia è fallito: provando ad assumere di nuovo lo stesso Sereupin stavo malissimo, idem passando allo Zoloft e infine all'Efexor (provato lo scorso dicembre). Gli effetti collaterali erano talmente invalidanti che non riuscivo a protrarre l'assunzione di tali antidepressivi oltre 2-3 giorni.
Così sono rimasta con il Frontal e il Levobren per anni, oscillando tra le 10, le 15 e le 20 gocce tre volte al giorno. Da un anno a questa parte però la mia depressione è aumentata, e negli ultimi mesi soprattutto: l'ansia è diventata ingestibile, l'angoscia altrettanto, l'umore è sotto terra, non ho voglia di fare nulla, mi sento spaventata, incapace di prendere decisioni. Fatico a dormire, per questo assumevo anche Stilnox la sera per dormire almeno 4/5 ore.
Così non molti giorni fa ho deciso di chiedere il parere di un'altra psichiatra, che ha dedotto che Frontal e Levobren fossero ormai inutili dato che il mio organismo si è sicuramente assuefatto dopo tanti anni. Mi ha impostato una nuova terapia che è la seguente:
- Tavor 15 gocce al mattino, 10 il pomeriggio e 20 la sera, da prendere sin da subito al posto del Frontal, senza scalare quest'ultimo;
- Solian 200 mg, un quarto di compressa per cinque giorni e poi passare a mezza, sin da subito al posto del Levobren;
- Mirtazapina 30 mg, mezza compressa la sera, mezz'ora prima di andare a dormire (Niente più Stilnox).
Fiduciosa, ho iniziato la nuova terapia. Attualmente però la fiducia sta diminuendo dato che sto più male di prima. Già i primi due giorni lo stordimento e la confusione erano aumentati notevolmente, non riuscivo a stare in piedi, a tenere gli occhi aperti, eppure non dormivo, anzi: la Mirtazapina mi causava anche irrequietezza agli arti nelle ore successive all'assunzione, dopodiché solo perenne e implacabile stanchezza. Senza Stilnox, non c'era verso di dormire.
La psichiatra allora mi ha detto di interrompere la Mirtazapina e continuare solo con tutto il resto. Alla mia domanda se potessi scendere a un quarto di Mirtazapina invece di mezza, mi ha risposto che un quarto è inutile.
Così attualmente assumo solo Tavor e Solian ai dosaggi sopra descritti e, nonostante la mia psichiatra non me l'abbia più prospettato, ho ricominciato lo Stilnox perché proprio non riesco a dormire e non posso continuare a passare le mie notti in bianco.
Sono avvilita, mi viene spesso da piangere e mi sto convincendo del fatto che non esista terapia che mi faccia stare meglio.
Scrivo da Messina per avere anche un vostro parere sulla terapia in atto e sulla mia situazione. Sono davvero sconfortata.
Mi scuso per essermi dilungata ma ci tenevo a essere il più dettagliata possibile.
Grazie, cordiali saluti, Silvana
Sono una donna di 59 anni e vorrei riassumere la mia situazione per avere un parere, perché sento di brancolare nel buio.
Mi sono avvicinata agli psicofarmaci ormai circa cinque anni fa, quando ho iniziato ad avvertire vertigini, esaurimento, ansia e relative somatizzazioni.
La cura prescritta dallo psichiatra prevedeva Frontal gocce e Levobren gocce, entrambi 10 gocce tre volte al giorno. Qualche mese dopo, sfociando nella depressione, ho associato a questa terapia il Sereupin e ho continuato così per oltre un anno. Mi sentivo meglio, nessun effetto collaterale apprezzabile. Così ho lentamente ridotto e sospeso tutti i farmaci. Periodicamente, però, l'ansia tornava a fare capolino e ricominciavo con Frontal e Levobren (senza quest'ultimo insorgevano nausea e vomito).
Tuttavia, ogni altro tentativo di associare un antidepressivo a questa terapia è fallito: provando ad assumere di nuovo lo stesso Sereupin stavo malissimo, idem passando allo Zoloft e infine all'Efexor (provato lo scorso dicembre). Gli effetti collaterali erano talmente invalidanti che non riuscivo a protrarre l'assunzione di tali antidepressivi oltre 2-3 giorni.
Così sono rimasta con il Frontal e il Levobren per anni, oscillando tra le 10, le 15 e le 20 gocce tre volte al giorno. Da un anno a questa parte però la mia depressione è aumentata, e negli ultimi mesi soprattutto: l'ansia è diventata ingestibile, l'angoscia altrettanto, l'umore è sotto terra, non ho voglia di fare nulla, mi sento spaventata, incapace di prendere decisioni. Fatico a dormire, per questo assumevo anche Stilnox la sera per dormire almeno 4/5 ore.
Così non molti giorni fa ho deciso di chiedere il parere di un'altra psichiatra, che ha dedotto che Frontal e Levobren fossero ormai inutili dato che il mio organismo si è sicuramente assuefatto dopo tanti anni. Mi ha impostato una nuova terapia che è la seguente:
- Tavor 15 gocce al mattino, 10 il pomeriggio e 20 la sera, da prendere sin da subito al posto del Frontal, senza scalare quest'ultimo;
- Solian 200 mg, un quarto di compressa per cinque giorni e poi passare a mezza, sin da subito al posto del Levobren;
- Mirtazapina 30 mg, mezza compressa la sera, mezz'ora prima di andare a dormire (Niente più Stilnox).
Fiduciosa, ho iniziato la nuova terapia. Attualmente però la fiducia sta diminuendo dato che sto più male di prima. Già i primi due giorni lo stordimento e la confusione erano aumentati notevolmente, non riuscivo a stare in piedi, a tenere gli occhi aperti, eppure non dormivo, anzi: la Mirtazapina mi causava anche irrequietezza agli arti nelle ore successive all'assunzione, dopodiché solo perenne e implacabile stanchezza. Senza Stilnox, non c'era verso di dormire.
La psichiatra allora mi ha detto di interrompere la Mirtazapina e continuare solo con tutto il resto. Alla mia domanda se potessi scendere a un quarto di Mirtazapina invece di mezza, mi ha risposto che un quarto è inutile.
Così attualmente assumo solo Tavor e Solian ai dosaggi sopra descritti e, nonostante la mia psichiatra non me l'abbia più prospettato, ho ricominciato lo Stilnox perché proprio non riesco a dormire e non posso continuare a passare le mie notti in bianco.
Sono avvilita, mi viene spesso da piangere e mi sto convincendo del fatto che non esista terapia che mi faccia stare meglio.
Scrivo da Messina per avere anche un vostro parere sulla terapia in atto e sulla mia situazione. Sono davvero sconfortata.
Mi scuso per essermi dilungata ma ci tenevo a essere il più dettagliata possibile.
Grazie, cordiali saluti, Silvana