Buongiorno,
ho 35 anni, ho iniziato a prendere il Cipralex nel 2014, 10 gocce al giorno. Avevo una brutta depressione accompagnata da ansia, facevo fatica ad alzarmi e a parlare con un tono di voce normale. Quella volta ho ritenuto non vi fosse altra via, la salute è necessaria per lavorare. Dopo alcuni mesi ho interrotto la terapia, senza conseguenze. Successivamente, in seguito ad un’esperienza molto dolorosa, sono ricaduta in depressione e ho ricominciato con Cipralex e Xanax. Dopo pochi mesi ho tolto lo Xanax, senza problemi. Va tutto a gonfie vele: vita lavorativa, vita sociale, matrimonio. Nel 2016 ho interrotto il Cipralex con gradualità, togliendo una goccia a settimana. Tolta l’ultima, ho cominciato ad avere una forte ansia, anche per sciocchezze, e ad avere paura di perdere tutto ciò che ho di importante. Sono caduta nuovamente in depressione e ho iniziato ancora una volta a prendere 10 gocce di Cipralex al giorno. Le cose sono tornate ad andare bene. A giugno 2018 sono stata ricoverata per morbo di Crohn (malattia che ho dal 2004), non avevo riacutizzazioni da molti anni. Ho avuto paura che il Cipralex procurasse effetti collaterali all’intestino e ho smesso all’improvviso e stupidamente di prenderlo. A inizio agosto ho ricominciato ad essere molto ansiosa, ora la situazione sta precipitando, mi viene da piangere molto spesso, ho paura di perdere le cose a cui tengo di più, faccio fatica a conversare e a ridere, dormo poco, ora mi si è anche chiuso lo stomaco. Faccio fatica a gestire il morbo di Crohn, che continua a dare problemi. Non mi riconosco più. Temo di dover riprendere il farmaco, ma vorrei non esserne dipendente. Sono disposta a seguire un percorso di psicoterapia per uscirne, ma non so a chi rivolgermi.