Salve a tutti, mi chiamo Paolo, scrivo da Roma ed ho 38 anni. Volevo innanzitutto fare i complimenti all'associazione per la professionalità ed il supporto che viene fornito, spero di trarne degli utili consigli. Cerco di raccontare brevemente la mia storia clinica.
Ho iniziato l'assunzione di Sereupin (Paroxetina) all'età di circa 25 anni per disturbi depressivi/ossessivi (in famiglia ne ho purtroppo storia) e forte ansia, principalmente legati alla non accettazione del mio corpo e della mia immagine (solo dopo ho scoperto trattarsi di disturbo da dismorfismo corporeo, BDD). L'ho assunto a fasi alterne nel corso degli anni (ed è stato di enorme supporto), quasi sempre alla dose di mantenimento (10mg) e solo nei primi mesi a dose piena di 20mg. L'ultima volta che l'ho iniziato è stato a Maggio 2019 durante un percorso di psicoterapia durato 4 anni, in accordo con la terapeuta che mi suggerì una specialista. Sebbene il percorso terapeutico mi sia stato di grande aiuto (insieme alla terapia farmacologica) aiutandomi a raggiungere obiettivi di indipendenza dalla famiglia e di benessere, non sono mai riuscito a "curare" del tutto o gestire (senza un supporto farmacologico) i miei disturbi di ansia e pensieri ossessivi compulsivi puri legati al BDD.
Negli ultimi mesi ho avvertito che gli effetti collaterali del farmaco superassero gli effetti benefici (che stavano svanendo). Il Sereupin mi crea enormi difficoltà ad alzarmi la mattina, talvolta anche a sentire la sveglia, non provo più felicità nel fare le cose, mi sento emozionalmente anestetizzato ed ha aumentato la voglia di assumere sostanze alcoliche. Ho provato a scalarlo passando da 10mg a 5mg (vedendo la vostra scaletta ho capito fosse sbagliato) ma nel giro di un mese ho iniziato ad avere forti sintomi di ansia generalizzata e difficoltà a dormire. Sono dunque tornato alla dose di mantenimento.
Arrivo al punto: sento di avere ancora bisogno di una terapia farmacologica ma vorrei effettuare il passaggio allo Zoloft (Sertralina), scalando gradualmente il Sereupin. Questo perché informandovi sia da voi che da altre fonti sembrerebbe che sia più indicato oltre ad avere sintomi di discontinuazione minori. Attualmente non sono seguito da alcun specialista pertanto vi chiedo se è possibile indirizzarmi da un bravo specialista a Roma (soprattutto dal punto di vista umano ed empatico) che possa guidarmi e supervisionare questo passaggio. Qualsiasi altro consiglio è ben accetto.
Vi ringrazio infinitamente per il tempo dedicatomi.